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Ci lascia Franco Battiato

È morto oggi Franco Battiato dopo una silenziosa malattia

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Ci lascia oggi un grande pezzo della storia della musica italiana. È morto all’età di 76 anni, dopo una malattia silenziosa, Franco Battiato, cantautore storico, uno degli artisti più eclettici del nostro panorama musicale. Battiato ha abbracciato diversi stili, passando dal pop al rock, dalla musica etnica all’elettronica, fino all’opera e alla lirica. Il suo ultimo concerto è stato nel 2017, al teatro romano di Catania. Da allora, si era ritirato nella sua Sicilia, a Milo, nel Catanese, nel silenzio, godendo degli ultimi anni della sua vita. La discrezione sulla sua malattia e su questi ultimi anni, confermano la sua personalità: un libero pensatore che sapeva parlare al cuore del suo pubblico.

Ognuno di noi ricorda almeno una frase delle sue più celebri canzoni; in cinquant’anni della sua carriera, il genio imprevedibile di Battiato ha scritto e cantato canzoni stupende come La cura, Cuccurucucu, Centro di gravità permanente, Strani giorni e Povera Patria, nella quale non ha nascosto le sue simpatie politiche.

Un grande personaggio ci lascia, ma permarrà in eterno il ricordo della sua opera e noi vogliamo omaggiarlo con estratti dei suoi testi più famosi.

La cura (1996)

“Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore Dalle ossessioni delle tue manie Supererò le correnti gravitazionali Lo spazio e la luce per non farti invecchiare E guarirai da tutte le malattie Perché sei un essere speciale Ed io, avrò cura di te”

UP PATRIOS TO ARMS (1980)

“L'impero della musica è giunto fino a noi Carico di menzogne Mandiamoli in pensione i direttori artistici Gli addetti alla cultura E non è colpa mia se esistono spettacoli Con fumi e raggi laser Se le pedane sono piene Di scemi che si muovono Up patriots to arms, engagez-vous La musica contemporanea, mi butta giù”

STRANI GIORNI (1996)

“Chi sa com'erano allora il Rio delle Amazzoni Ed Alessandria la grande e le preghiere e l'amore? Chi sa com'era il colore? Mi lambivano suoni che coprirono rabbie E vendette di uomini con clave Ma anche battaglie e massacri di uomini civili L'uomo neozoico dell'era quaternaria Strani giorni, viviamo strani giorni Nella voce di un cantante Si rispecchia il sole ogni amata ogni amante Strani giorni, viviamo strani giorni”

POVERA PATRIA (1991)

“Povera patria schiacciata dagli abusi del potere Di gente infame che non sa cos'è il pudore Si credono potenti e gli va bene quello che fanno E tutto gli appartiene Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni Questo paese è devastato dal dolore Ma non vi danno un po' di dispiacere Quei corpi in terra senza più calore? Non cambierà non cambierà Non cambierà forse cambierà”

BANDIERA BIANCA (1981)

“Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare Quei programmi demenziali con tribune elettorali E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti Siete come sabbie mobili tirate giù uh C'è chi si mette degli occhiali da sole Per avere più carisma e sintomatico mistero Uh com'è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano Quante squallide figure che attraversano il paese Com'è misera la vita negli abusi di potere Sul ponte sventola bandiera bianca”

CUCCURUCUCU (1981)

“Avevo già la luna e urano nel leone "Il mare nel cassetto" "Le mille bolle blu" Da quando sei andata via non esisto più "Il mondo è grigio il mondo è blu" Cuccurucucu paloma Ahia-ia-ia-iai cantava”

E TI VENGO A CERCARE (1988)

“E ti vengo a cercare Anche solo per vederti o parlare Perché ho bisogno della tua presenza Per capire meglio la mia essenza Questo sentimento popolare Nasce da meccaniche divine Un rapimento mistico e sensuale Mi imprigiona a te Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane Fare come un eremita Che rinuncia a sé E ti vengo a cercare Con la scusa di doverti parlare Perché mi piace ciò che pensi e che dici Perché in te vedo le mie radici”

VOGLIO VEDERTI DANZARE (1982)

Voglio vederti danzare Come le zingare del deserto Con candelabri in testa O come le balinesi nei giorni di festa Voglio vederti danzare Come i dervishes turners che girano Sulle spine dorsali O al suono di cavigliere del Katakali E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza, danza E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza

**OCEANO DI SILENZIO (1989) **

Un Oceano di Silenzio scorre lento Senza centro né principio Cosa avrei visto del mondo Senza questa luce che illumina I miei pensieri neri.

L’OMBRA DELLA LUCE

Difendimi dalle forze contrarie La notte, nel sonno, quando non sono cosciente Quando il mio percorso si fa incerto E non abbandonarmi mai Non mi abbandonare mai Riportami nelle zone più alte In uno dei tuoi regni di quiete E' tempo di lasciare questo ciclo di vite E non abbandonarmi mai Non mi abbandonare mai Perché le gioie del più profondo affetto O dei più lievi aneliti del cuore Sono solo l'ombra della luce

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